
Confabitare L’Aquila: un presidio per la proprietà immobiliare nella città che cambia
L’AQUILA – Un nuovo punto di riferimento per i proprietari immobiliari si è ufficialmente insediato nel capoluogo d’Abruzzo: è stata inaugurata la sede aquilana di Confabitare, l’associazione nazionale dei proprietari immobiliari. La cerimonia, svoltasi in via Massimo Leli, nel quartiere Torrione, ha visto la partecipazione del Presidente nazionale Alberto Zanni, del Sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi e della Presidente della sede locale, Paola Trivellini.

“Questa sede provinciale nasce per essere un punto di ascolto, consulenza e supporto per i proprietari immobiliari aquilani”
Alberto Zanni e Paola Trivellini
Un momento carico di significato per una città che, a sedici anni dal sisma del 2009, continua a rimettere insieme le proprie radici urbanistiche e sociali. “Questa sede nasce per essere un punto di ascolto, consulenza e supporto per i proprietari immobiliari aquilani – ha dichiarato Zanni –. La casa è un valore culturale e sociale, non solo economico. Confabitare vuole accompagnare i cittadini in un percorso di sicurezza, tutela e valorizzazione del patrimonio”.
Il Sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ha dichiarato: “L’Aquila ha affrontato sfide uniche nel settore abitativo, e oggi è fondamentale gestire con attenzione il patrimonio immobiliare ereditato. Abbiamo lavorato per evitare un’eccessiva offerta abitativa che rischierebbe di abbassare la qualità dei quartieri e alterare il mercato immobiliare. L’Aquila deve continuare a crescere in maniera sostenibile, garantendo opportunità ai cittadini e mantenendo il giusto equilibrio tra domanda e offerta di abitazioni”.
L’Aquila, città laboratorio della ricostruzione antisismica ed energetica
Il 78% degli edifici del centro storico dell’Aquila è stato ricostruito o consolidato con tecniche antisismiche avanzate

Quella dell’Aquila non è solo una storia di dolore e rinascita, ma anche un modello — ancora poco raccontato — di ricostruzione sostenibile. Il sisma ha imposto una ridefinizione quasi totale del tessuto urbano: interi quartieri sono stati demoliti e ricostruiti con criteri moderni, antisismici e in molti casi già allineati con le nuove direttive europee in materia di classe energetica. Un’opportunità nata dalla tragedia, che oggi fa dell’Aquila una città pilota per la rigenerazione urbana, in linea con il Green Deal europeo. “Molti edifici qui sono già in classe energetica A o superiore, un dato impensabile in altri contesti urbani italiani, dove l’adeguamento alla normativa sarà più lungo e complesso”, commenta Trivellini. Tuttavia, questo ha prodotto un patrimonio immobiliare altamente eterogeneo, dove edifici di nuova concezione si affiancano a palazzi storici restaurati secondo criteri innovativi.
Mercato immobiliare: dinamico, ma ancora in cerca di stabilità
Il mercato immobiliare aquilano, dopo il picco di compravendite registrato nel periodo immediatamente successivo alla pandemia, mostra oggi una lieve flessione nella domanda, pur mantenendo un buon grado di dinamicità. Le tipologie più ricercate restano gli appartamenti situati in palazzi nuovi o ricostruiti ex novo in seguito alla demolizione post-sisma. La percezione di maggiore sicurezza strutturale, unita a standard energetici più elevati, spinge molti acquirenti — in particolare giovani famiglie o professionisti — verso immobili moderni, efficienti e collocati in quartieri ben serviti. Il trilocale con doppi servizi rimane la configurazione più ambita.
Accanto a queste soluzioni di nuova generazione, il mercato offre anche una buona disponibilità di palazzi che sono stati oggetto di riparazioni strutturali più leggere, interventi mirati che non hanno alterato in modo sostanziale la configurazione originaria degli edifici. Questi immobili, spesso risalenti dagli anni ’20 agli anni ’80, pur essendo stati consolidati e avendo resistito all’elevato grado sismico, non offrono la stessa percezione di performance antisismica e di efficienza energetica dei fabbricati ricostruiti integralmente. Di conseguenza, risultano meno attrattivi per il mercato residenziale principale e trovano interesse prevalentemente tra piccoli investitori alla ricerca di rendite o famiglie italiane di seconda generazione che rientrano in città per motivi familiari o di lavoro. Tuttavia, la domanda su queste soluzioni resta sensibile al prezzo, che deve essere proporzionato alle condizioni e alle caratteristiche dell’immobile.

Una leggera flessione si registra invece per gli immobili storici situati nei palazzi signorili del centro, complice il sensibile aumento dei prezzi al metro quadro e la conformazione degli appartamenti che, seppur magnificamente ristrutturati, spesso conservano un layout d’epoca poco rispondente alle esigenze abitative contemporanee. A questo si aggiunge il fatto che una parte significativa di questi immobili ha trovato nuova destinazione nel settore dell’ospitalità, in particolare con la trasformazione in B&B o strutture ricettive temporanee. Altri spazi, invece, sono stati riconvertiti per usi culturali, espositivi o di rappresentanza istituzionale, sottraendoli di fatto alla disponibilità per il mercato residenziale. Questa tendenza, se da un lato contribuisce alla vitalità turistica e culturale del centro cittadino, dall’altro incide sulla disponibilità di alloggi permanenti, acuendo la difficoltà di chi cerca casa.
Il mercato immobiliare aquilano sta – dunque – vivendo una lunga fase di transizione e alquanto altalenante. La continua variabilità dei valori immobiliari — influenzata da fattori tecnici, urbanistici e sociali — rende complesso stabilire una chiara e stabile tendenza di mercato, costringendo operatori e proprietari a un costante aggiornamento e monitoraggio delle dinamiche locali.
La sfida delle locazioni: boom di domanda, offerta rigida
L’Aquila registra anche un aumento senza precedenti nella richiesta di affitti. I dati riflettono una tensione abitativa alimentata da fattori molteplici: la graduale ripresa degli studenti universitari e del programma Erasmus – tornati su numeri prossimi ai 30.000 iscritti pre-sisma – la presenza massiccia di allievi della Scuola della Guardia di Finanza, specializzandi, dottorandi e ricercatori del Gran Sasso Science Institute o dei Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso, e i lavoratori delle imprese edili impegnate nella ricostruzione. Un mix che mette sotto pressione l’offerta. “Oggi la domanda supera l’offerta in modo significativo – spiega Trivellini –. I proprietari prediligono i contratti transitori, con meno vincoli, mentre le famiglie faticano a trovare soluzioni con contratti a lungo termine”. I canoni sono in crescita, anche se mitigati in parte dalla diffusione dei contratti a canone concordato.
Il nodo degli alloggi pubblici inutilizzati
Resta aperta la questione degli alloggi ricostruiti ma non ancora assegnati. Secondo i dati del Comune, sono 457 le unità abitative pubbliche attualmente gestite, di cui 102 risultano agibili ma ancora vuote. Un tema delicato, che rischia di incidere sull’equilibrio del mercato immobiliare.
“Serve una pianificazione strategica – ammonisce la Presidente Trivellini –. L’immissione sul mercato di decine o centinaia di unità potrebbe alterare le dinamiche della domanda privata. Vanno fatte valutazioni attente per garantire un equilibrio tra le esigenze sociali e la tenuta del mercato immobiliare privato”.
Centro storico: anima culturale in cerca di respiro commerciale
Soffre particolarmente, negli ultimi tempi, la domanda di locali commerciali in affitto nel centro storico dell’Aquila. Un tempo cuore pulsante della città, animato da mercati, botteghe, attività artigiane e una fitta rete di esercizi di vicinato, oggi il centro vive una fase di transizione critica. Le principali piazze — su tutte Piazza Duomo e Piazza Palazzo — sono interessate da un ampio restyling urbanistico che, pur puntando alla riqualificazione estetica e funzionale, ha trasformato queste aree in veri e propri cantieri a cielo aperto, totalmente pedonalizzate e, al momento, sprovviste di un piano parcheggi o di un’organizzazione logistica capace di sostenere il commercio quotidiano.

Il restyling di Piazza Duomo
Non mancano eventi, mostre, mercatini tematici, spettacoli e convegni, che contribuiscono a mantenere viva l’anima culturale della città: quasi ogni settimana il centro storico ospita iniziative capaci di attrarre visitatori e curiosi. Tuttavia, nei giorni feriali, le strade si svuotano rapidamente, lasciando ampi tratti semi deserti, a causa della difficoltà di accesso, della scarsa presenza di residenti stabili e dell’assenza di un flusso commerciale costante. Questo squilibrio tra vitalità culturale e debolezza economica sta generando un cortocircuito difficile da risolvere senza un intervento strutturato e condiviso, che preveda soluzioni concrete in termini di mobilità, parcheggi, incentivi per le attività e una visione chiara sulla destinazione d’uso degli spazi urbani.
Confabitare, punto di ascolto e visione per il futuro
Con l’apertura della sede locale, Confabitare L’Aquila si propone non solo come sportello di assistenza ai proprietari immobiliari, ma anche come soggetto attivo nel dialogo con le istituzioni. Tra gli obiettivi: consulenza giuridica e tecnica per i proprietari, sostegno alle politiche abitative e costruzione di reti con enti, associazioni e mondo accademico.
“In vista del titolo di Capitale italiana della Cultura 2026, L’Aquila ha un’occasione storica – commenta Zanni –. Può mostrarsi non solo come città ricostruita, ma come città rinnovata, esempio nazionale di rigenerazione urbana consapevole. E Confabitare può essere parte di questo percorso”.
Verso il 2026: la sfida della Capitale della Cultura

L’Aquila si prepara a vivere un momento storico di grande rilievo: il riconoscimento come Capitale Italiana della Cultura per il 2026 rappresenta un’opportunità unica non solo in termini simbolici, ma anche come catalizzatore di progettualità, investimenti e nuove traiettorie di sviluppo urbano e sociale. Questo prestigioso titolo impone alla città di ripensarsi in chiave moderna, accogliente e funzionale, valorizzando le proprie eccellenze culturali ma anche affrontando con concretezza le fragilità legate alla residenzialità, al commercio e all’abitare. In questo scenario, Confabitare L’Aquila si candida a svolgere un ruolo da protagonista, portando avanti un’azione sindacale consapevole, orientata alla tutela dei proprietari immobiliari e alla mediazione con le istituzioni.
La casa non è più solo un tetto, ma un luogo di identità, sicurezza e benessere. Le politiche europee spingono verso un patrimonio edilizio più efficiente e meno energivoro, ma il cambiamento deve essere accompagnato. È qui che realtà come Confabitare giocano un ruolo chiave, offrendo strumenti, conoscenze e rappresentanza. “Il futuro dell’abitare è nella cooperazione tra cittadini, tecnici e istituzioni – conclude Trivellini –. Siamo pronti ad affrontare le nuove sfide con professionalità e visione. La casa, per noi, resta prima di tutto un diritto e una responsabilità da tutelare. È su questo terreno che Confabitare vuole fare la sua parte”.
📌 Dati aggiornati e curiosità secondo dati pubblici
- Il 78% degli edifici del centro storico dell’Aquila è stato ricostruito o consolidato con tecniche antisismiche avanzate.
- Oltre 20.000 abitazioni sono state oggetto di interventi strutturali post-sisma.
- Il patrimonio immobiliare aquilano presenta oggi una percentuale di edifici in classe energetica A superiore alla media nazionale.
- L’Università dell’Aquila sta tornando gradualmente ai numeri pre-2009: quasi 30.000 studenti iscritti, con forti ricadute sul mercato abitativo.
Luca Ceccarelli – Segreteria Confabitare L’Aquila